Viviamo in un mondo vario e soprattutto viviamo in Italia dove a volte, di fronte all’innovazione e alla buona volontà, aimè si tende a criticare e ad essere invidiosi piuttosto che ammirare. Le mamme sportive sono spesso oggetto di critica da parte di quelle che non lo sono e da parte della società per la quale una mamma dovrebbe solo dedicarsi al suo bambino. Spesso ci provo, ma difficilmente riesco a far capire con chiarezza la mia posizione a meno che non mi trovi davanti una mamma come Alice. Lei è tornata a correre da poco dopo il parto e farà parte della mia squadra di neomamme per la staffetta della Milano Marathon. Le ho chiesto di rispondere a chi ci chiede “ma come fate a trovare anche il tempo di allenarvi?” e soprattutto a chi ci dice “è sbagliato lasciare ad altri il proprio bimbo per andare a fare sport!“, vi sembrerà assurdo ma di persone che la pensano così ce ne sono davvero tante.
Ecco cosa mi ha scritto Alice: “A mio parere il fatto di trovare il tempo per praticare sport, in particolare la corsa all’aria aperta, non significa solo trovare del tempo da dedicare a me stessa, ma significa cercare di insegnare già da ora al mio bimbo a condurre quello che è uno vero e proprio stile di vita. Non vedo assolutamente nulla di sbagliato nel trovare del tempo per fare attività sportiva, soprattutto se questo può in parte coinvolgere anche i bambini e indirizzarli in quello che può anche essere visto come un canale educazionale, ovvero con quale spirito si intende crescerli. Certo ci si chiederà come si può fare tutto ciò. Sicuramente è importante che lo stile di vita sia condiviso tra i due genitori o le persone che hanno principalmente a che fare con i piccoli (nonni, zii), mi piace l’idea (e lo sto già facendo) di condividere il “risaldamento” con Filippo nel passeggino e mio marito o i nonni facendo una camminata, per poi prendermi il tempo per dedicarmi alla corsa e infine ricongiungermi a loro. Non c’è nulla da rimproverarsi se invece si lascia il bimbo al marito o ai nonni per prendersi il tempo per allenarsi, è un qualcosa che serve alla mamma (deve ricordarsi che esiste anche lei come donna, con le sue passioni) al bimbo (deve abitarsi a stare con gli altri, la maternità non è eterna) e agli “altri” (che possono goderselo senza la presenza della mamma chioccia). Elemento di non poca importanza è ricordare la fondamentale necessità di poter contare sulla presenza e sull’aiuto degli altri, per chi ha la sfortuna di essere solo sarà sicuramente più difficile, ma non solo dedicarsi del tempo per lo sport ma anche per fare banalmente la spesa. Ma se un po’ di aiuto c’è, non regge nessuna scusa, il tempo se si vuole lo si trova!
Non vedo il motivo per cui si debba pensare che sia sbagliato lasciare un figlio per fare dello sport perché allora bisogna pensare che sia sbagliato lasciarlo anche per andare dall’estetista, dal parrucchiere o a fare la spesa ecc…come dicevo dipende dallo stile di vita e dalle priorità che ciascuno ha, in che ordine di importanza si mettono gli impegni quotidiani. Per me continuare ad allenarmi significa che con l’arrivo di Filippo non devo dire addio alla persona che ero, ora sono sicuramente una persona diversa perché mi sento già una persona diversa, la maternità mi ha cambiata nel profondo, ma non devo abbandonare quelle che erano le mie passioni e il mio stile di vita prima che nascesse Filippo anche perché se questo è ciò che voglio trasmettere a lui, se rinuncio a quella che sono automaticamente non permetto a lui di essere la persona che magari potrebbe essere.
Come ho letto in un libro: “i bambini imparano ciò che vivono” e io voglio insegnargli la bellezza del fare sport e di praticarlo con passione, proprio come piace a me!”
Grazie Alice!!!