Ero reduce dalla Marcialonga, 26 Km su strada. Non tanti e non pochi, ma abbastanza per farmi pensare che potessero essere la base per la preparazione a una 42 Km e quale se non quella del Valtellina Wine Trail? Una gara che amo ma che non ho mai avuto il coraggio di affrontare sulla distanza regina. Quei 26 km di inizio settembre mi hanno fatto credere di potercela fare. E la proposta dei miei colleghi della redazione di SportPress di dar vita al nostro Running Team e di partecipare in massa, mi piaceva parecchio. Così ho chiesto ai coach di TRM di seguirmi in questa preparazione, a Sara di Running Factor di affontare questa disanza con me e mi sono subita messa sotto.
Da quel momento ho immaginato la gara e il suo traguardo ogni giorno, in ogni allenamento e ogni sera prima di dormire. Ho fatto sacrifici per riuscire ad allenarmi, ho avuto tanta paura di non farcela, ma ci ho sempre creduto. Mi sono allenata tre giorni alla settimana di corsa e uno in bici. Per non saltare nemmeno un allenamento mi svegliavo alle 6 e andavo sul Naviglio prima di andare in redazione, solo così potevo essere certa di riuscirci, la sera tra lavoro e famiglia sarebbe stato impossibile. Facevo i lunghi nel weekend e ho raggiunto 40 Km sulla dorsale del triangolo lariano da Como a Bellagio. Sabato avevo bisogno di arrivare a quel traguardo, dovevo dare un senso a tutto questo impegno. Consapevole che per una distanza così su un percorso dai tanti cambi di ritmo come il Valtellina Wine Trail non bastano due mesi di allenamento, mi ero prefissata un tempo da “prima volta”. Dicevo a tutti che l’importante sarebbe stato arrivare, ma chi mi conosce sapeva già che dentro di me avevo un obiettivo!
LA GARA
Sabato mattina io, Sara e Federica partiamo da Cantù in direzione Sondrio. Ad attenderci alla stazione ci sono tanti amici e colleghi. Uno dei ricordi dell’edizione 2018 era stato quel momento in cui dopo essere scesa dal treno a Chiuro, la prima fermata e punto di partenza della 21km, salutavo Luca e altri amici che mi guardavano dal finestrino prima di procedere verso Tirano e pensavo “Che coraggio”.
Quando, sabato nello stesso punto, Manuela, Cristina, Tatiana, Benedetto, Eleonora, Rachele, Alex, Sergio e Federica mi hanno salutata prima di scendere, ho realizzato che questa volta sarebbe toccato a me. Per fortuna non ero sola, c’era Sara. Raggiungiamo la partenza della 42 Km, ci cambiamo e la testa inizia a vagare. È il momento di partire. Mi sento benissimo, il sole splende nel cielo, la temperatura è perfetta e le gambe sono leggere. Su e giù per i filari, dentro e fuori dalle cantine. Io e Sara affrontiamo le prime salite con molta facilità e non conoscendomi su questa distanza cerco di trattenermi molto e di non farmi ingannare da tutta questa positività.
Sorrido, faccio battute a Sara e vago con la mente. Come con Federica ai suoi primi trail dico alla mia compagna: “in discesa guarda due metri avanti, quello che sta sotto ai tuoi piedi, la tua mente l’ha già immagazzinato. Nella corsa come nella vita meglio guardare avanti”, mi permetto anche di darle dei consigli senza immaginare quanto dovesse essere lei dopo a tirare me. Arrivo al 24esimo km, le mie gambe iniziano a indurirsi, i piriformi si contraggono, fatico a mettere un piede davanti all’altro, non ho più agilità, sono bloccata. In salita corro lentamente, ma sul piano sono “imballata” e sulle discese, che solitamente affronto con facilità, a ogni urto a terra sento male. Non ragiono più. Ma vado avanti con la spinta di Sara che di testa per queste distanze ne ha da vendere.
Giungo al 33 Km e per fortuna le gambe si riprendono un pò. Ma la testa inizia a partire. Sara mi guarda e si rende conto di cosa sto pensando, ha paura che possa mollare. Mi prende il viso tra due mani e mi dice: “Karen, ce la fai. Io lo so!”. Sono alla ricerca di tutte le riserve, di un pò di forza. Penso alle persone che mi hanno seguito in tutto il percorso e ai miei colleghi/amici al traguardo…non posso deluderli. Riparto! Le salite non finiscono mai, si sale fino al Castello Grumello e poi finalmente si scende. Il sole sta scendendo ma l’obiettivo è batterlo, arrivare prima di dover mettere la fronatale. Percorriamo l’ultima vigna e iniziamo a scendere la gradinata verso il centro di Sondrio, mi viene già da piangere. Vedo le luci delle vie del centro, tanta gente bordo strada e non capisco più niente. Sara mi dà la mano e mi lascio trasportare fino a lì, quel traguardo che ho voluto e sognato. Ci siamo arrivate INSIEME e l’emozione è ancora più grande (mentre scrivo ancora mi commuovo). Giungiamo a Sondrio in 5:25:35 prima di dover indossare la frontale. Abbiamo battuto il sole e anche i miei limiti mentali! I miei amici mi mettono la medaglia al collo e mi abbracciano! Ce l’ho fatta!
INSIEME
Quando dico INSIEME intendo più cose. Parlo di Sara che ha corso con me e che non smetterò mai di ringraziare. Ma parlo anche di coloro che hanno reso possibile tutto questo e che voglio ringraziare.
Partiamo da Stella. Solo pensando a lei mi sento più forte, è stata la mia carica per tutta la gara. Luca che ogni mattina si occupava di lei dalla sveglia all’asilo mentre la mamma andava ad allenarsi all’alba a Milano, lui che mi ha dato consigli e mi ha spronata e supportata fino alla fine. Mia sorella Nicole e mia mamma, che quando possibile mi hanno permesso di fare allenamenti con Luca. Federica, la mia socia di corsa, lei che dal momento in cui le ho comunicato che avrei voluto fare la 42 km, mi ha promesso che mi avrebbe aiutata. Mi ha accompagnata nei lunghi interminabili sulle montagne di casa e mi ha tranquillizzata per ogni mia paura. Cristina che ha affrontato con me il lunghissimo da 40 Km da Como a Brunate facendomi capire cosa significa stare in giro tutte quelle ore di corsa. Tutti coloro che mi seguono e che mi spingono ogni giorno a non mollare.
Loro, i miei colleghi, il Running Team di SportPress, amici che per nulla al mondo si sarebbero persi il mio traguardo. Pensarli lì è stato uno stimolo forte e abbracciarli un regalo bellissimo.
Trail Running Movement che mi ha seguita nel percorso con programmi d’allenamento ad hoc. Hoka One One, il mio sponsor tecnico per questa gara: le Challenger ATR 5 sono state delle perfette compagne di avventura. Marco De Gasperi per avermi convinta a provarci e tutta l’organizzazione del Valtellina Wine Trail per l’accoglienza.
E infine ringrazio me stessa e quella resilienza che mi ha insegnato lo sport! I sogni sono fatti per essere raggiunti, basta volerlo!
Questo traguardo è dedicato a tutti voi, INSIEME fino alla fine!
P.S. La festa del Valtellina Wine Trail e il vino sono un’altra prova da superare! 😛