Un’esperienza che difficilmente dimenticherò. Questo è stata la Ragnar Relay, l’avventura che ho vissuto lo scorso weekend a Stoccolma insieme ad altre giornaliste/influencer e alle ragazze di Reebok: Viola e Alessandra. Abbiamo formato il team “WOW Reebok Italy” e quel wow per quanto mi riguarda è stato proprio azzeccato!
Siamo partite venerdì mattina, io arrivavo da Riccione dove avevo passato una settimana di vacanza con Stella. La mia Ragnar è stata anche la prima volta lontana da lei per più di due giorni. Lasciarla in piena notte alla zia per partire è stato difficile e durante il viaggio in macchina verso Malpensa ammetto di aver più volte pensato che stavo per fare la cosa sbagliata. Poi il nostro aereo è decollato e la curiosità di scoprire cosa avremmo vissuto il giorno seguente è cresciuta sempre di più, ma minimamente avrei immaginato un’esperienza simile che ora posso aggiungere alle storie che racconterò a Stella.
Inizia la nostra avventura. Giungiamo in hotel e nel primo pomeriggio ci dirigiamo alla sede svedese di Adidas e Reebok dove ci vengono consegnati i van che per due giorni e una notte saranno la nostra casa. Il primo momento indimenticabile sta per iniziare: personalizziamo e decoriamo con foto, scritte e adesivi i nostri furgoni.
Dopo un mese di allenamento, seguendo il programma di Trail Running Movement, il grande giorno è arrivato. Da capitana mi metto alla guida del van2 che condivido con Veronica, Sara, Viola e Rachele e raggiungiamo il Lago Mälaren location della nostra avventura. Alle 11 parte la nostra prima staffettista Alessandra del van1. Dopo il susseguirsi delle sue compagne Arianna, Irene, Valeria e Cristina, tocca a noi. Parte Viola, poi Sara, Veronica e alle 19:30 è il mio turno.
Avrei dovuto correre 6,6 Km ma al pensiero delle prossime frazione mi convinco di stare calma e correre piano. Arriva Veronica che mi passa il braccialetto/testimone e parto. Piano? Assolutamente no!Mi viene da partire veloce, non c’è nessuno a spingermi e nemmeno un posto in classifica da conquistare ma in tutte le tre tratte mi viene da dare il massimo, forse perchè c’era sempre qualcuno ad aspettarmi al punto di cambio. Corro la mia prima leg a 4:38 e arrivo in 31 minuti da Rachele, l’ultima ragazza del mio van. Di fretta verso il suo arrivo dove inizierà per noi una pausa in cui poter mangiare qualcosa. Ma in Svezia alle 22 chiude tutto e nessuno vuole farci qualcosa da mangiare finchè troviamo il posto adatto a noi, il “kebabbaro!”. Pollo, riso e insalata, un posto piccolo e familiare e un proprietario turco interessato alla nostra avventura. Tra risate e iniziale stanchezza riprendiamo il van e andiamo ad aspettare il nostro turno al punto di cambio con le altre ragazze. Abbiamo un po’ di tempo e ci mettiamo a “dormire”. Mezz’oretta di micro sonno e si riparte. Il cielo è abbastanza chiaro, il crepuscolo tipico di un tramonto. Tocca a Viola che dopo un kebab gigante (che ancora rido a pensarci) ancora nello stomaco e dieci minuti dal suono della sua sveglia parte. La seguiamo e verso le 3 di notte è il mio turno.
Torna la luce, inizio a correre e le emozioni sono tantissime. Sono sola, c’è un runner davanti a me di un km e uno dietro altrettanto distante. Sono immersa nella campagna svedese, il sole è debole e i colori sono spettacolari. Corro, mi sento libera, leggera e veloce. Una sensazione mai provata prima. Mi sembra di essere in un film e corro a un ritmo sostenuto con il sorriso fisso in viso. Arrivo da Rachele dopo 13,6 km in 1:03, 4:41 di media. In macchina le altre dormono tutte (in posizioni improbabili) e a me tocca guidare. Raggiungo le compagne del van1 e gli racconto della bellezza di quanto vissuto, ma anche della stanchezza che mi sta assalendo.
Finalmente dormo, un’ora, una sola ora. Mi sveglio e riesco a trovare un posto per una doccia veloce e un camion che fa waffle con marmellata e gelato. Mi abbuffo e mi riprendo velocemente. Viola è già pronta a ripartire, Sara, Veronica e Rachele dormono nel prato su una coperta. Il caldo alle 8 del mattino inizia ad essere eccessivo e all’idea di dover correre la tratta più lunga e più impegnativa alle 12, mi preoccupa un po’. Ho sonno, caldo e sono affaticata. Ma l’adrenalina prevale! Sono le 12,30 e tocca a me! Così corro, ma qui proprio non riesco a raggiungere la velocità delle altre due frazioni: fa caldo, sono nel bosco, il terreno è sconnesso e ondulato con qualche piccola salita e ho alle spalle una sola ora di sonno. Sto costeggiando il lago Malaren, il panorama è splendido e merita una sosta per una foto. Riparto e sbaglio strada, la concentrazione non riesce più ad essere alta e mi perdo un cartello. Torno indietro e dopo poco, ho davanti a me 7 interminabili km sul marciapiede con una temperatura molta alta. Vado avanti, rallento, ma assolutamente non smetto di correre…non riuscirei più a ripartire. Stringo i denti e arrivo quasi in lacrime al mio terzo e ultimo cambio!
Ho portato a termine la mia sfida e a breve anche quella di tutto il team che si appresta ad aspettare Rachele all’arrivo per tagliare insieme il traguardo.
Siamo emozionate, stanche, ma soprattutto piene di adrenalina: è stata lei il nostro motore! Ci abbracciamo e indossiamo la nostra medaglia!
Ora dateci una doccia e del cibo vero! Passiamo la serata a Stoccolma in un ristorante tipico brindando a una delle più belle avventure sportive della nostra vita che ha dato vita anche a delle nuove amicizie!
CONCLUSIONE
La Ragnar è un’esperienza unica, personale e di gruppo. Per quanto riguarda me stessa: 35 Km non saranno tantissimi, ma vi assicuro che sommati a poco cibo, poco sonno e il viaggio sul van, diventano una piccola impresa. Sono per questo fiera di averli portati a termine in modo eccellente. La cosa che a livello personale ricorderò con più emozione è quella tratta notturna immersa nelle campagne svedesi, non dimenticherò mai le emozioni che mi hanno accompagnato. Mi sentivo libera, libera di esprimere la mia passione.
Ma quello che veramente ha reso quest’avventura incredibile è stato il mio team, tutte le 9 ragazze del Wow Team Reebok ma in particolare quelle con cui ho condiviso il mio van: Viola, Veronica, Sara e Rachele. Ognuna, speciale a suo modo, è stata fondamentale per rendere indimenticabile quest’avventura.
Non è così scontato che 5 ragazze sullo stesso van, in condizione di stress e stanchezza riescano a mantenere la calma. Noi, non solo non abbiamo avuto momenti di incomprensione, ma ci siamo addirittura divertite parecchio. Ci siamo sostenute, incoraggiate, caricate. Ci siamo prese in giro, abbiamo riso, siamo state complici. Viola e Sara le conoscevo già, Rachele un po’ meno ma è stata una grandissima scoperta. Lei e il suo ruolo da “mamma” del gruppo, pronta a sostenere con una parola ognuna di noi e a preoccuparsi per la nostra condizione. E Veronica! Quanto mi sono divertita con lei, instancabile, carica e positiva come le persone che mi piacciono tanto. Tutte loro rimarranno nel mio cuore!
Quando le donne si uniscono succedono grandi cose!