Ho molto spesso sentito parlare del Tracciolino come percorso per le mountain bike. Da diverso tempo Luca mi avrebbe voluto portare ma alla fine non siamo mai riusciti ad andarci. Quando ho scoperto della prima edizione del Tracciolino Trail, ho pensato che sarebbe stata una bellissima occasione per percorrere quel sentiero.
Mi sono iscritta in una sera di agosto, un mese per me molto buono dal punto di vista della preparazione. Luca doveva affrontare il Kima e quindi abbiamo programmato le vacanze nei mesi precedenti per evitare che perdesse giorni di allenamento e mia mamma era in ferie, poteva aiutarmi con Stella e io correvo più spesso. Ma poi è arrivato Settembre e le cose sono cambiate: sempre più impegni di lavoro e familiari e sempre meno allenamenti. Per fortuna avevo chiesto ai coach di Luca di Trail Running Movement di darmi una tabella di allenamento tenendo in considerazione il mio poco tempo a disposizione e in parte sono riuscita a seguirla, non certo come avrei voluto. E così pensavo che non sarei stata molto all’altezza di questa gara e invece mi sbagliavo!
Ieri mattina ho messo la sveglia alle 6 e con Federica, un’amica con cui mi alleno spesso e che avrebbe partecipato con me, Carlotta e il papà di Luca, sono partita per Verceia e il Lago di Mezzola, punto di partenza della gara.
Inconsapevole del percorso e conoscendo solo il profilo altimetrico penso di partire piano per poi provare a dare il massimo da metà gara. Ma la prima parte è in salita, quasi tutto il dislivello della gara si sviluppa lì, e io in salita sono più forte quindi decido di affrontarla al meglio. Cerco di correre il più possibile e nonostante la fatica, arrivo in alto ancora con tante forze. Il panorama inizia a essere bellissimo, il Lago fa da sfondo e ogni tanto cerco di staccare gli occhi dal percorso per ammirarlo. Non vedevo l’ora di arrivare alla parte più affascinante del percorso, quella con le gallerie del Tracciolino appunto, costruite negli anni Trenta del secolo scorso come collegamento fra due piccole dighe, una in Val Codera e una in Val dei Ratti. Dopo la lunga salita, le gambe sono dure e poco agili; affrontare una parte pianeggiante in questo momento non è così facile e lo è ancor meno considerando che il terreno presenta un misto tra sassi e rotaie. Non mi alleno spesso sul piano e dedico pochi allenamenti in pista alla velocità, su questa parte sono un pò carente, ma mi sforzo al massimo e mi godo la spettacolarità di questo tratto che si sviluppa a mezza costa e regala scenari davvero suggestivi. Attraversiamo qualche paesino dove il pubblico si fa sentire e mi comunicano di essere tra le prime dieci donne. Incredula e gasata accelero. Al termine di questa parte inizia la discesa, una lunga, lunghissima discesa abbastanza sconnessa che inizio ad affrontare già con due belle gambe di legno, e se solitamente anche questa riesco ad affrontarla molto bene, fatico a correrla e tutti quei km fino al traguardo diventano una sofferenza. Ma non sono l’unica e così riesco a superare un paio di donne. So che sto perdendo tempo e così provo ad aumentare, ma nulla da fare, non ne ho più! Forse sarebbe stata meglio un’altra salita! E invece la discesa continua e non finisce mai!
Finalmente arrivo al traguardo e addirittura in DECIMA posizione delle donne. Ed erano 60 le donne! E sono felice!
Dopo diverse gare, ho capito che è inutile pensare “se avessi corso più veloce quella discesa, se avessi…” perchè se non sono riuscita a farlo, non avrei potuto fare nulla di più. Ho dato il massimo e visto il tempo a mia disposizione per allenarmi, questo è il miglior risultato che potessi ottenere. E per ora, basta e avanza!
Arriva il momento di godersi il pranzo con Pizzoccheri, Sciatt e Bresaola, e anche qui l’organizzazione non pecca. Una gara organizzata benissimo anche se alla sua prima edizione, con nessuna pecca e tante note positive a pertire dai tantissimi volontari sul percorso. Ha tutte le carte in regole per diventare un classico appuntamento di fine estate per tutti i trail runner. Complimenti a tutto il Team Valtellina!