Dopo tre mesi di dura preparazione, allenamenti specifici e in famiglia, ieri è arrivato il grande giorno. Io e le altre tre neomamme abbiamo corso la Europ Assistance Relay Marathon, di cui vi parlerò domani, e Luca e Stella hanno portato a termine la EA7 Emporio Armani Milano Marathon.
Ho chiesto a Luca di raccontarvi la sua esperienza con la nostra bimba, che ha spinto per 42 km all’interno di un apposito passeggino da running di Thule.
“Una notte insonne nel letto di hotel di Milano tra dubbi e perplessità sull’andamento della gara. Ore 6:45 suona la sveglia e inizia la mia avventura. Mille preparativi, tra pappe e pannolini. Per le 9.10 dobbiamo essere alle griglie di partenza e qui realizzo quello che fino a questo momento, dopo tre mesi di preparazione, avevo solo immaginato. Dopo trenta minuti dalla partenza ufficiale della EA7 Emporio Armani Milano Marathon tocca a me. Io e Stella partiamo! Nei primi 5km sono praticamente da solo, i vigili e i volontari mi aiutano a trovare la direzione e man mano che i km aumentano trovo sempre più gente, raggiungo i partecipanti della maratona. Rimango fin da subito sbalordito dal calore del pubblico ma soprattutto dall’incitamento e dai complimenti dei partecipanti che corrono con me, mai tanti così in vita mia. Mi sento bene, le gambe girano e nonostante i 15 kg tra passeggino e bimba, riesco a mantenere un buon passo. Ma sui “falsipiani” il peso si fa sentire notevolmente. Stella è tranquilla, cerco di assecondarla il più possibile, fermandomi per ogni sua esigenza, a recuperare un gioco, a rimetterle il ciuccio, a toglierle la copertina e a darle da bere. Per lei è come essere in un gioco e mi ripaga di sorrisi, è curiosa e guarda sorridendo il pubblico e gli altri runner.
Ogni 5 km sul percorso ci sono parenti e amici posizionati e pronti a prenderla in caso di pianto, ma lei si sta divertendo e io alzo il pollice e vado via dritto! Per una buona parte di gara dorme e si risveglia al 36esimo km e qui devo assolutamente fermarmi un attimo per ridarle il ciuccio. Riparto e subito arrivano i crampi, le gambe diventano durissime e il dolore diventa insopportabile. Non riesco più a correre. Alterno cammino e corsa lenta per 1 km e ancora una volta l’energia del pubblico e dei concorrenti che mi incitano a non mollare, mi danno la carica.
Torno a correre, ma il ritmo è cambiato. Arriva un ultimo falso piano, sono privo di forze, ma ormai è vietato fermarsi, devo concludere la maratona. Finisco in 3:24 minuti, non riesco a trattenere le lacrime per essere risucito a portare a casa questa magnifica esperienza che porterò per sempre nel cuore. Dò un grande bacio a Karen che mi ha supportato in tutto questo percorso, da gennaio fino alla gara, e lei si emoziona con me. Sono ufficilamente l’unico fi isher con passeggino a una maratona italiana e ho reso la mia piccola Stella, la maratoneta più piccola d’Italia. Per questo, oltre alla mia preparazione, devo ringraziare proprio lei, perché se non fosse stata così brava come lo è sempre e se non mi avesse trasmesso tutta la tranquillità di cui avevo bisogno, nulla sarebbe stato possibile. Ringrazio Thule e Asics per avermi fornito tutta l’attrezzatura necessaria per realizzare questa impresa e Milano Marathon per avermi dato la possibilità di correre un intera maratona con un passeggino ed aver voluto insieme a me trasmettere un grande messaggio: diventare genitori non è un limite allo sport ma un’opportunità!