Oggi voglio raccontarvi una storia, una di quelle che mi ha fatto emozionare, una di quelle che quando l’ascolti non puoi far altro che riflettere e imparare. Oggi voglio parlarvi di due ragazzi che non solo sono straordinari, ma stanno vivendo un’esperienza altrettanto straordinaria semplicemente perché ci hanno creduto fino in fondo e si sono impegnati nonostante la vita non fosse proprio dalla loro parte. Oggi vi parlo de “La Coppia dei Sogni”, un duetto formato da Arjola e Emanuele, che fanno parte della Nazionale Italiana Paralimpica di Atletica Leggera e che ora si trovano insieme alle Paralimpiadi di RIO2016.
Gli atleti sono sostenuti da Allianz Global Assistance, la stessa azienda che mi ha nominata Ambassador e portavoce della loro esperienza a Rio.
Perché mi sono appassionata così tanto a questi ragazzi? Mi è bastato ascoltare la loro storia. È la storia di due ragazzi, innamorati della vita e non solo. Emanuele e Arjola si amano da quasi tre anni e convivono a Milano dove, ogni giorno, si allenano per raggiungere i propri sogni.
“Se sogni forte, se non smetti di crederci, se non molli mai, alla fine i sogni si avverano.” Queste sono le parole di Arjola Dedaj, nata in Albania nel 1981 e arrivata in Italia una notte di dicembre del 1998 su un gommone con il padre e il fratello più piccolo per raggiungere la madre che già si trovava qui. Aveva tre anni quando le diagnosticarono una retinite pigmentosa perdendo gradualmente la vista e dal 2009 percepisce solo la luce e il buio. La sua specialità è l’atletica e ora corre con una guida, unita da un cordino, e come da regolamento lo fa anche durante le gare. É dipendente di Allianz Global Assistance e fa parte del progetto di Corporate Social Responsability “My Light” sviluppato dall’azienda in Italia. L’obiettivo del progetto “My Light” è quello di integrare personale con disabilità visiva nella Centrale Operativa di assistenza 24h mediante lo sviluppo di un software accessibile e integrato con quello già in uso.
L’uomo della sua vita, il suo amore, compagno e mentore, anche nello sport è Emanuele Di Martino, nato a Salerno nel 1989 con una malformazione ossea congenita: piede torto di III grado e nonostante questo corre anche lui nella specialità atletica 100, 200 e 400 metri. Nel 2014 raggiunge il suo primo grande risultato, il bronzo ai Great Manchester CityGames sui 100, oltre quello sui 400 agli Europei di Swansea. Nel 2015 i successi continuano, quando all’IPC Athletics Grand Prix di Grosseto 2015 vince la medaglia d’oro nei 100 metri proseguendo la stagione con i quarti posti al Great Manchester CityGames 2015 e al New Castle IAAF 2015. Emanuele ha il piede sinistro bloccato, può muovere solo le dita. Gli sono serviti tanti anni prima di imparare a correre e lo fa addirittura senza protesi smentendo tutti quei medici che gli avevano sempre consigliato di lasciare perdere e dedicarsi ad altri sport. La sua testardaggine, l’amore per questa disciplina trasmesso dai genitori, professori di educazione fisica, e l’amore per le sfide l’hanno portato fin qui e ora, con Arj (come la chiama lui), ha una marcia in più, insieme sono diventati ancora più forti.
La loro storia è iniziata nel maggio 2013 ai Campionati italiani di Ancona e da allora si sostengono a vicenda. Hanno trasformato la disabilità in uno stimolo per fare ancora di più.
Insieme hanno superato un grosso ostacolo per guadagnare il pass olimpico: gli Europei paralimpici di atletica che si sono tenuti a Grosseto dal 10 al 16 giugno. Emanuele ha poi ricevuto subito la qualifica, Arjola invece è stata esclusa a fine luglio dalla delegazione azzurra e riammessa tre settimane dopo. Ora si trovano insieme a Rio ed è arrivato il momento di dare il massimo.
Seguirò questi giorni e questa esperienza molto da vicino e vi chiedo di tifare per loro insieme a me, facciamogli sentire quanto siamo orgogliosi di avere due persone così speciali che rappresentano il nostro paese.
So cosa vuol dire impegnarsi duramente, fare sacrifici e stringere i denti per raggiungere un obiettivo e so cosa significa condividere una passione e quanto questo motivi a non mollare. Arj e Emanuele hanno cercato il loro riscatto, la disabilità non li ha fermati, anzi li ha motivati ancora di più. E allora cosa ci insegnano ancora una volta questi ragazzi? Che volere è potere, che non si può aspettare che la fortuna bussi alla porta, bisogna andare a cercarla e una volta trovata combattere per non perderla, che credere nei propri sogni è l’unico vero motore che ti porterà da loro. Arj e Emanuele non hanno percorso una strada facile e piuttosto che lamentarsi, hanno preferito reagire e ora si trovano a Rio, ancora una volta a combattere per raggiungere un sogno. Che poi…poco importa realmente vincere o meno, quello che conta in tutta questa storia è il viaggio, quel percorso che nonostante tutto gli ha permesso di essere felici. E allora Arj e Emanuele… hanno già vinto! #beliveinyourdreams
Foto: Alessandro Trovati