Qualche mese fa Maurizio Torri, responsabile di sportdimontagna. com, mi chiede di potermi scattare delle foto sul percorso del Val Bregaglia Trail, accetto e da lì a qualche giorno ci incontriamo. In macchina mi spiega che si tratterà di una gara tra Italia e Svizzera con partenza e arrivo a Chiavenna e tre differenti distanze. Maurizio mi racconta che questo trail è fortemente voluto da Nicola Del Curto e il suo staff dell’A.S.D. Amici Madonna della Neve Lagünc, la stessa società che organizza il Kilometro verticale di Chiavenna, il chilometro dei record. Arrivati a Chiavenna incontriamo Nicola, basta pochissimo per capire quanto questa gara sia importante per lui e per la società, tanto che ieri hanno dimostrato quanto la passione crei manifestazioni uniche.
Le tre gare possibili erano il trail da 41km con 2758m che ha visto Marco De Gasperi e la piemontese Debora Cardone come vincitori, la staffetta e il mezzo trail al quale ho deciso di partecipare. Partiva da Promontogno, in Svizzera, quasi a metà del percorso del trail e punto di cambio della staffetta, 21.9km – 1.032 mt. D + 1.554 mt. D –. Ero molto indecisa se iscrivermi, ma dopo aver partecipato alla Vibram MareMontana da 20 km e 986 mt. di dislivello, ho pensato che potesse essere molto simile e quindi alla mia portata. Così, abbastanza tranquilla, ho effettuato l’iscrizione (senza considerare il dislivello delle discese) e ieri alle 8 del mattino ero a Chiavenna per ritirare il pettorale.
LA GARA
Una navetta ha portato i secondi staffettisti e noi del mezzo trail sul punto di partenza. Con me c’era Annalisa che ha subito tutta la mia agitazione. C’era un forte vento e faceva davvero freddo. Maglia corta o lunga? Pantaloni corti o lunghi? Guanti o no? I dubbi erano sempre più grandi, forse anche a causa di quell’ansia che ormai mi accompagna prima di ogni gara che devo affrontare. É come se abbia ogni volta la sensazione di non essere abbastanza preparata e allenata. Sento intorno a me persone che corrono tre, quattro volte a settimana, su chilometraggi sempre più lunghi e dislivelli sempre più importanti e io pronta a correre come loro la stessa gara, mi sento di non essere al posto giusto nel momento giusto. Poi il via, l’ansia inizia piano piano a scomparire quando mi accorgo che non rimango indietro, che non sono prima ma nemmeno tra gli ultimi e allora un pò di autostima inizia a darmi la carica giusta. Il percorso inizia subito con una salita, che dapprima sale dolcemente e poi inizia a diventare ripida e cattiva. É una salita a gradini, le peggiori in termini di difficoltà, è ripida e non finisce mai. Le persone davanti a me iniziano a rallentare, la corsa si trasforma in camminata veloce e anch’io faccio lo stesso. Il cuore batte fortissimo, l’affanno si sente sempre di più e i respiri di tutti i concorrenti sono sempre più forti e veloci. Sono tra le prime donne, ma già stanca arrivo in cima, guardo l’orologio gps e…quanto mai…siamo solo al quinto km e io sono già distrutta. Inizia un pezzo di piano e mi solleva finché, parte la discesa. Avevo capito che sarebbe stata una discesa lunga ma non così tanto. Continuo a correre, prendo velocità e salto da una roccia all’altra con molta concentrazione (dopo la slogatura di novembre che mi ha tenuta ferma per mesi, ora ho sempre molto timore in discesa), provo a pensare ad altro come sono riuscita a fare alla gara di Loano e a tante altre gare, ma nulla mi distoglie da quella fatica. Sono consapevole del fatto che sono molto più forte in salita, sono cresciuta in montagna e seppur correndoci da poco, ho sempre affrontato dislivelli importanti anche a piedi, ma in discesa purtroppo sono un pò più debole. Un signore mi dice che sono terza, ma mi aspetto che altre donne inizino a superarmi e così succede. Inizio a vedere due ragazze passarmi da parte, andare molto più forte di me in discesa e inizio a demoralizzarmi perché so quanto questa gara abbia molto più dislivello negativo.
Finito il sentiero nel bosco inizia un pezzo di strada, ancora in discesa, ogni urto al terreno mi debilita. Dopo quella lunghissima discesa, di quasi 7-8 km, inizia ancora una volta la salita e lì ritrovo un pò di carica e riprendo qualcuno che in discesa mi ha superato. Un’altra salita, questa volta in un mix tra rocce sconnesse e gradini, un sentiero ripido e davvero tosto che mi porta in alto con un respiro mozzato e un affanno mai provato prima. Giro la curva e c’è un ristoro, ad aspettarmi c’è Luca. Mi si illuminano gli occhi, ma lo guardo e allo stremo delle mie forze gli dico che voglio ritirarmi, che non ce la faccio più, che non riesco più ad affrontare un’altra discesa come quella precedente, ma lui mi motiva, mi corre dietro con Spillo, il nostro cane, al guinzaglio. Mi continua a urlare di non mollare, di continuare. Inizia un’altra discesa, ho le gambe che tremano, non mi reggono più, ma…continuo. Altri km di discesa! Arriviamo alle cascate di Chiavenna, ho quasi le lacrime agli occhi dalla fatica, ma ci sono il papà di Luca e mio papà a farmi il tifo. Vado avanti, guardo l’orologio gps e siamo al 21esimo km, ma…non doveva essere lunga 21,9km??? Aiuto, vado in panico! Non ho la forza per correre ancora 3 km fino al Centro di Chiavenna e soprattutto non ho la forza di correrli sull’asfalto, ho le gambe troppo dure, ma non ho alternative. Vedo salire mio papà, Luca e suo papà sulla macchina per volare all’arrivo ad attendermi e mi suonano, per un attimo sorrido, ma vorrei urlare e fermarmi. Sono sull’asfalto, è come se le mie gambe avessero un freno puntato e non riesco a essere agile, sono bloccata. Con le poche forze rimaste, mi trascino quasi al traguardo, provo a fare uno scatto, ma niente da fare, ho finito le energie. Sull’orologio 23,4 km, ma dov’è l’arrivo? Giro l’angolo e lo vedo in lontananza, non vedo l’ora di raggiungerlo, ultima accelerata, denti stretti, lacrime agli occhi e mani in testa. Sono arrivata!
Sotto l’arco del traguardo c’è Maurizio Torri, lo guardo e sorridendo gli dico”Ma cosa mi hai fatto fare?”, ma lui dice che sapeva che ce l’avrei fatta. Nonostante l’abbia maledetto (con affetto) per tutto il percorso, sono consapevole che è stato in grado di farmi superare i miei limiti, nello stesso modo con cui mi ha spronato qualche volta a fare sci alpinismo e allora gli dò un abbraccio.
Ora, cosa posso dire?Premettendo che sono abbastanza soddisfatta del risultato, SETTIMA DONNA non è mica una brutta posizione, ma non sono altrettanto soddisfatta dell’enorme fatica provata e di come ho vissuto questa gara. In realtà non ero preparatissima per una gara del genere. Dopo la Maremontana, ho creduto potessi evitare di fare uscite con un certo chilometraggio e quindi ho fatto solo allenamenti di meno di 10km con un pò di dislivello, ma abbastanza contenuto. Diciamo che mi ero illusa potesse bastare aver corso quella gara tre settimane fa. In più mi sono concentrata a uscite in montagna tralasciando quelle su pianura che mi avrebbero sciolto le gambe e reso più agile. Avevo i muscoli abbastanza contratti e lo dimostra l’ultimo pezzo in strada che ho affrontato ad un’andatura molto lenta, mai provata prima.
Ma sono sempre in movimento e non credo che il livello di allenamento sia stata la causa principale di questa fatica. Credo che ci sono gare che vivi bene e altre un pò meno, ci sono tantissimi motivi per i quali può capitare di provare più fatica e forse ieri, nonostante i panorami mozzafiato e l’ottima organizzazione del percorso e dei ristori, non c’ero io, non era il mio giorno. Capita! Capita ai professionisti, perché non dovrebbe capitare a me? Pensavo che la maratona fosse stata la mia fatica più grande…non avevo ancora provato una gara così!
La sensazione di fatica esagerata che ho provato lungo questa gara alla fine è stata ripagata da quei sorrisi e quegli abbracci di chi mi ha atteso al traguardo e che non ha mai smesso di credere in me!
Io oggi, se non fosse per le gambe come pezzi di legno, non ricordo più quella fatica, ma solo un’altra entusiasmante esperienza!
VOLERE É POTERE!
GRAZIE A TUTTI COLORO CHE MI HANNO SCRITTO DOPO LA GARA!
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Ho usato le mie scarpe Ultra Endurance The North Face dalle quali ormai non mi separo più. Hanno una tenuta incredibile grazie alla suola Vibram Megagrip e sono davvero molto comode. DISPONIBILI QUI!
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